destionegiorno
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Sono Luciana Latini ho 55 anni e insegno in una Scuola Primaria da più di 36 anni. Fin da piccola ho avuto modo di esprimermi con la recitazione e le rappresentazioni teatrali paesane e amatoriali. Dal 1980 ho ricoperto il ruolo di protagonista femminile nel musical “Forza venite gente” ... (continua)
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Futuro semplice
Soffierà un vento di luce
quando si incontreranno:
non più freddo né aria gelida
a lambire il giorno,
ma abbacinante splendore
e accoglienti richiami.
Vestiranno calore e carezze,
avvolgeranno gli occhi negli occhi,
diranno parole... leggi...
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Italia
Le sue 44 poesie in Impressioni
| La paura
ha i piedi freddi di gennaio
la sciarpa di nebbia al collo
e un sole indolente
sulle zolle brinate.
I sogni sfumano
dal tepore al gelo.
Restano aggrappati
solo scampoli di parole
vagano per poco
dalle porte del mistero
alle
leggi

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| Inizio da me
da questi sensi all’erta
che mi intrecciano la gola
togliendo fiato
annullando leggerezza.
Inizio da questa pelle che abito
nei misteri sottesi
nella zavorra del tempo
ammorbato da verità insabbiate.
Vivo dentro un fiato e
leggi

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| Accade che le parole non escono
si rintanano negli angoli refrattari della mente
solo pensieri gonfi di respiri trattenuti,
impacciati e goffi nella loro implosione
restano
ai margini delle paratie dell’anima
confusi se buttarsi nei bisogni o nei
leggi

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| Al buio confesso
sommessamente
le mie fragili idee
le racconto
al cuscino docile
impregnato
del mio giorno.
Al buio dipano
le ansie ritorte
a riempire pareti
sempre morte
e sempre vive.
Al buio rigenero
la mia inquietudine,
docile e mite
leggi

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| Era d’estate
ti raccontavo la vita
a fior di labbra
bastavano poche parole
e rapidi sguardi.
Noi i protagonisti
su uno sfondo distratto
di luna, cielo, mare...
Era un’estate
lieve e serena
rapita alle vele
e ai gabbiani.
Fuggivo dalle
leggi

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| arrivano i pensieri
accarezzano spighe e nuvole
planano sull’orizzonte giovane
di un giugno acerbo
spostano i confini
sgretolano certezze
prendono per mano
languore e malinconia.
E’ altro da me
ciò che non torna,
ghermisce di sera
quando le
leggi

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| Cavalco i giorni come onde
lungo la linea d’ombra
tra terra e cielo
nei flutti scomposti delle nubi
sullo specchio ceruleo.
Mi sorprende ancora
l’orizzonte mutevole
come davanti a un prodigio
o a un’attesa docile
di un copione temuto.
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| Rivivi vita
ogni nuova primavera
ogni nuovo inizio
ogni rinnovato tempo.
Rivivi nei voli
delle rondini
graffiti nel cielo disteso.
Rivivi nell’aria
accesa di suoni conservati
nella memoria glabra
di albe tiepide.
Rivivi nei sussurri
della
leggi

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| Sono diventata sai
un tramonto
e fiammella tremolante
sotto il manto della sera.
Rifuggo il vociare confuso
della luce proterva
e sopravvivo trasformata
dietro la trincea
della mia guerra
senza vinti né vincitori.
Ritorno a raccogliere
i
leggi

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| Nell’alcova dell’attesa
il grembo fecondo della notte
partorisce colori.
La progenie ruvida
affastella
sullo stuolo
di acerba giovinezza
dune
come lievi affreschi
laddove il vento dell’anima
spalanca infiniti sentieri.
Le trame imperfette
leggi

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| La mia commozione
è semplice
si aggrappa allo sguardo verso il cielo,
a un gesto fiorito dal nulla,
a una musica che muove il cuore
a un tramonto che fa lo sguardo liquido.
La mia commozione
si nasconde nella promessa di luce
nella corolla di
leggi

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| Ogni piccola cosa
per me è importante.
Anche una corolla
che si industriava
nascostamente
per sorprendere lo sguardo,
anche questo cielo scalzo
di marzo
che avanza febbrile
tra un’alba e un crepuscolo,
anche un monosillabo
di saluto
a farmi
leggi

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| Le regole
non conoscono sfumature
mentre io assaporo
ogni gradazione
dei grigi e degli ocra
in questi giorni assiepati.
Balenano ancora
gli sguardi e i pensieri
noncuranti delle norme
attraversano i cieli
sugli spazi infiniti
sopra monti di
leggi

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| Nell’aria scalza il mio
liquido sguardo
si fa acqua
che fluisce incessante;
nella terra generosa
si aggrappano le radici
di ogni frutto
arancio fuoco
che colora l’orizzonte;
nell’anima
pelle e cuore attraversano
le ore dei giorni
senza
leggi

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| Ti leggerò
e leggerò
finché anche l’ultima virgola
tra il senso e l’intuizione
non brucerà più
e le frasi migreranno
nel limbo abitato da sempre.
Ti leggerò come
si legge l’elenco del telefono
senza memorizzare le cifre
senza rimandi
senza
leggi

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