destionegiorno
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Sono Luciana Latini ho 55 anni e insegno in una Scuola Primaria da più di 36 anni. Fin da piccola ho avuto modo di esprimermi con la recitazione e le rappresentazioni teatrali paesane e amatoriali. Dal 1980 ho ricoperto il ruolo di protagonista femminile nel musical “Forza venite gente” ... (continua)
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Futuro semplice
Soffierà un vento di luce
quando si incontreranno:
non più freddo né aria gelida
a lambire il giorno,
ma abbacinante splendore
e accoglienti richiami.
Vestiranno calore e carezze,
avvolgeranno gli occhi negli occhi,
diranno parole... leggi...
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Italia
Le sue 450 poesie
In questa luce di marzo
svuoto lo sguardo
sul mio cielo di vetro,
resto dentro
il verde che attraversa le zolle,
guido i pensieri
su cammini di nubi,
canto il mio sogno
come soffio di vita,
coloro le labbra
per i baci perduti.
In questo
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| Sfuggente la memoria
dei pensieri
nei passi
di vita ormai andata.
Provo ad afferrarla
dentro una foglia,
una crepa d’asfalto,
una lacrima di rugiada,
un petalo di calicanto.
Nessuna risposta:
solo frammenti
discontinui e logori
di un
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| La notte era scura nessun padre c’era.
Non c’era nei bui corridoi del cuore dove si rifugiava non vista.
Non c’era nelle sue corte braccia troppo distanti dal suo collo.
Non c’erano su quelle mani che non hanno conosciuto la sua pelle.
Non c’erano
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| Eravamo noi
annodati all’anima
giovani di sentimenti liberi.
Eravamo noi
fiumi invisibili
di appartenenza e senso.
Eravamo noi
occhi negli occhi
aggrappati ai nostri cuori,
aquiloni nel cielo,
destino nel destino.
Ora sotto le ciglia
la nebbia
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Italia |
18/03/2020 18:54| | 968 |
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| Radici, poi sassi,
poi greto e fogliame
e fiori d’incanto
sui passi ormai grevi.
S’accende
il mio ocra
di bianco sentire
s’illumina il senso
di ogni mio andare.
Potessi ora
stringermi forte
sino ad avere paura
di uscire in frantumi
su
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| Ogni volta che
sediamo
ai bordi del cuore
dimentichiamo
le illogiche distanze.
Senza passare
per la tristezza,
attraversiamo
cenere e polvere
per arrivare lucidi
di pianto a lavare via
certe stanche membra.
Ogni volta che
muoviamo altri
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| Cogli questo piccolo fiore
annusalo a occhi chiusi
sii grato alla vita
respira con essa
nelle spirali di vento,
negli sbuffi delle nubi,
nei guizzi di luce,
nei chiaroscuri
vulnerabili e preziosi.
Sentiti parte della terra
dignitosa e
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| Nel vortice di petali
arresto l’anima
di roseo profumo.
Concedo
un margine
di innocente gentilezza
ai bordi del cuore.
I tuoi occhi bambini
catturati dai miei
carezzano
il buono che ancora
mi abita.
Un respiro profondo
e scendo
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| Dentro di te
pezzi di me
sbriciolati e intatti
nei giorni rubati
al tempo ingordo.
Semmai dovessi perdermi
la mia bussola
saranno le tue tasche
gonfie di vento,
le tue mani
di acqua e sale,
i tuoi occhi profondi
di orizzonti salmastri
e
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| Anche gli alberi in primavera
sussurrano parole invisibili,
nelle ore leggere
cariche di voli,
nelle ore vellutate
nel nero della notte,
sulle labbra gentili
di rugosi anni,
sulle gote di pane
dei bambini distratti.
Anche gli alberi in
leggi

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| Come un mandorlo
le tue labbra a cuore
soffiano baci
scalzi di vita appesa...
saranno cenere e pula
al cospetto del tempo,
petali stanchi
vestiti di bianco
nuvole in viaggio
nell’aria liquida
della nostra primavera.
Senza legami
andiamogli
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| Là fuori
un silenzio di neve
ottunde anche il sonno,
un silenzio irreale
noncurante della luna
del sole e del caso
quasi stordisce la mente.
Con che occhi
aspetteremo il
ritorno delle rondini?
E le lucciole
brilleranno sulle rupi?
Quali
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| Il mio giallo
ingoia l’asfalto
sulla curva logora,
mastica ripetute primavere,
sfacciato e solare
saluta l’inverno
girato oramai di schiena.
Di lato
la quercia paziente aspetta,
graffia l’azzurro di trame,
guarda in silenzio lì sotto
sicura
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| Il cielo di marzo
vola quest’oggi
di vento e petali
dentro schegge
rosate di larga luce.
Scioglie in un abbraccio
di rami e timidi voli,
la scorza di gelo
annidata sotto pelle.
Sfila via attimi
di buio sospeso
duro a morire,
si fa strada
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| Ripartire
ricominciare
ripetersi, ricordare
ritornare
partire e poi fermarsi
con l’illusione
di aver colmato
le distanze di vuoti
e deludersi
di essere ancora
cercati dalla vita.
Questo inverno
è duro a morire
disseminato da coni
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